sabato 3 ottobre 2009

Piazza del Popolo: in 150mila per la libertà d'informazione



ROMA - Piazza del Popolo gremita (secondo gli organizzatori hanno partecipato in 150mila) per la manifestazione a difesa della libertà di stampa. Di seguito alcune autorevoli voci raccolte dalle agenzie di stampa. Tutte tranne una che ho raccolto personalmente.

Roberto Saviano (dal palco di piazza del Popolo): «Quello che sta accadendo dimostra una vecchia verità, e cioè che verità e potere non coincidono mai. La libertà di stampa che vogliamo difendere è la serenità di lavorare, la possibilità di raccontare senza doversi aspettare ritorsioni. L'Italia è il secondo paese dopo la Colombia per il numero di persone che si trovano sotto protezione. Raccontare in certe parti d'Italia, soprattutto al sud, è complicatissimo e costringe a dover difendere la propria vita. Il nemico principale è l'indifferenza, che isola chi prova a descrivere la realtà. Ecco perchè siamo quì, per dire che ogni paese ha bisogno della massima libertà di espressione».

Giorgio Lepri (storico direttore dell'Ansa): «Impegnamoci tutti per evitare che si soffochino le voci libere e per fare in modo che il diritto di indignazione che si leva da questa piazza vada in tutte le piazze d'Italia. Sono nato e cresciuto sotto il fascismo e so che significa una società senza libera informazione, una stampa asservita al potere, ascoltare una sola voce e non potere esprimere la propria. Oggi è diverso, perchè abbiamo l'art. 21 della Costituzione, forse il più bello della Carta fondamentale dello Stato. Ma attenzione: abbiamo ancora spazi di libertà, anche se c'è in Parlamento una proposta di legge per modificare l'art. 21. Ma c'è anche questa piazza e il grido che si leva da questa».

Giorgio Bocca (giornalista). «La manifestazione è necessaria perchè la libertà di stampa è in pericolo. Ma che sia efficace ho qualche dubbio, perchè ormai il potere del Presidente del Consiglio di intervenire sui mezzi di comunicazione è evidente. La libertà di stampa relativa in Italia c'è ma, come dice De Benedetti, i giornalisti sono intimiditi. Sono condizionati. Ed è condizionata anche l'opinione pubblica. In Italia c'è stato in questi anni un vero e proprio cambio di civiltà. Non so, per esempio, quanti di quelli che hanno visto Santoro lo hanno fatto per autentico desiderio di verità o quanti volessero semplicemente vedere in faccia la escort di Berlusconi. Penso che il rischio di un nuovo fascismo sia attuale, in Italia. E penso che, come avvenuto per il delitto Matteotti, arriverà il momento in cui questo Governo si troverà nella necessità di sopprimere davvero la libertà di stampa».

Daniele Capezzone (giornalista e portavoce Pdl): «Tutti sanno, inclusi i promotori e gli aderenti alla manifestazione di oggi, che non c'è alcuna libertà di stampa e di opinione in pericolo in Italia».

«Bbbbb... Bucio de culo!»: Martellone (attore di Boris -foto)

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