venerdì 31 luglio 2009

Reato clandestinità: -8 giorni

E meno male che la legge con il reato di clandestinità non è ancora entrata in vigore ( ma lo sarà dall'8 agosto). Altrimenti chissà che cosa avrebbero fatto a... Ma forse è meglio che leggiate quest'Ansa di ieri, così capirete cosa intendo:

(ANSA) - ARCEVIA (ANCONA), 30 LUG - I carabinieri di Arcevia hanno sequestrato un immobile dove una donna di 83 anni e il figlio di 61 ospitavano come badanti due albanesi irregolari. L'anziana e il figlio sono stati denunciati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e per aver assunto alle proprie dipendenze le due straniere, entrambe prive del permesso di soggiorno. L'immobile, del valore di oltre 500 mila euro, nel caso si dovesse giungere a una condanna di madre e figlio sara' oggetto di confisca.

martedì 28 luglio 2009

Immigrati e ingannati, denuncia Oim: "In mille truffati col decreto flussi"


L'Oim denuncia la vicenda di un migliaio di marocchini attirati nel salernitano con la promessa di un lavoro regolare e poi costretti allo sfruttamento peggiore: 25 euro al giorno per raccogliere frutta

ROMA - Attirati in Italia con la promessa di un lavoro regolare, attraverso il decreto flussi, per poi scoprire una volta arrivati nel nostro Paese di essere stati raggirati. E a quel punto, come se non bastasse, sfruttati e costretti a lavorare in condizioni lavorative estreme. E' quel che e' accaduto a circa un migliaio di giovani marocchini arrivati a San Nicola Varco, ad un centinaio di chilometri da Napoli, con la promessa di un lavoro regolare. La denuncia e' dell'Oim, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, che rivela la truffa subita dagli immigrati nordafricani impiegati come braccianti nelle campagne del salernitano: persone che loro malgrado si ritrovano "non regolarizzabili" e che vivono oggi nelle baracche sfruttati nella raccolta della frutta per 25 euro al giorno.
L'Oim ha concluso ieri a San Nicola Varco una serie di accertamenti dopo dieci giorni di missione sul territorio. "Il nostro team- afferma Peter Schatzer, capo missione per l'organizzazione in Italia- ha scoperto che la maggior parte dei migranti sono caduti vittima di una frode: sono tutti giunti in Italia attraverso il sistema delle quote stagionali stabilito ogni anno dal governo italiano. Hanno pagato una tassa di un agente canaglia nel loro paese di origine e di un datore di lavoro italiano, che ha promesso di dare loro un lavoro regolare. Una volta in Italia, i migranti si trovano di fronte ad un datore di lavoro che non c'e' o che semplicemente si rifiuta di assumerli. Senza un permesso di lavoro, molti cadono nello sfruttamento".
A San Nicola Varco, secondo quanto afferma l'Oim, gli immigrati vivono in case abbandonate, senza elettricita' ne' acqua corrente e tra i rifiuti. I migranti sono tutti senza un contratto di lavoro come lavoratori stagionali nel settore agricolo. Sfruttati da datori di lavoro senza scrupoli dalle 4 e 30 del mattino fino alle 4 del pomeriggio, continua l'Oim, la paga giornaliera si aggira tra i 15 e i 25 euro per lavorare nelle serre o nei campi.
Molti dei circa 200 immigrati intervistati dall'organizzazione, inoltre, affermano di dover pagare i propri datori per i servizi essenziali come l'acqua, mentre l'accompagnamento da e per i campi costa 3 euro. "Abbiamo chiesto alle autorita' locali e al ministero degli Interni di poter individuare soluzioni per questi migranti disperati- ha affermato Schatzer-. La loro vita e le condizioni di lavoro sono a rischiose, insalubri e assolutamente non dignitose". A peggiorare le gia' difficili condizioni di vita dei migranti, domenica scorsa c'e' stato anche un incendio in un accampamento che ha procurato alcuni danni, lasciando fortunatamente illesi gli immigrati. "Stiamo lavorando per vedere se i migranti possano beneficiare di assistenza e protezione in Italia- ha concluso Schatzer-. L'Oim potrebbe anche fornire un sostegno per coloro che desiderassero tornare a casa attraverso il programma di rimpatrio volontario assistito".
(Dires - Redattore Sociale)

Irregolari. Registrando alla anagrafe il figlio appena nato si ottiene un permesso soggiorno valido sei mesi

Secondo il deputato Riccardo Mazzoni, coordinatore del Pdl a Prato e membro della direzione nazionale del PdL, non solo "non c'è alcun rischio che a una madre immigrata clandestina sia impedito di registrare il proprio bambino", ma addirittura, i coniugi, anche entrambi irregolari, che iscrivono il proprio figlio appena nato allo stato civile, "hanno diritto al permesso di soggiorno valido sei mesi". "Nonostante il contestato articolo 1, comma 22, lettera g del ddl stabilisca- ha scritto in una nota l'onorevole Mazzoni-, in effetti, l'obbligo per il cittadino straniero di esibire il permesso di soggiorno anche per i provvedimenti inerenti agli atti di stato civile, nessun articolo e nessun comma impedisce di dichiarare la nascita di un figlio. Le singole norme vanno lette all'interno dell'intero sistema normativo- prosegue la nota- e il testo unico sull'immigrazione e' chiarissimo su questo punto, prevedendo che se la donna straniera o suo marito, entrambi irregolari, iscrivono allo stato civile il figlio appena nato, ottengono un permesso di soggiorno valido sei mesi. Dunque l'iscrizione allo stato civile era e resta la condizione per ottenere un permesso provvisorio. L'iscrizione e' un atto nell'interesse del bambino appena nato- conclude- e rende nota una situazione di fatto, come ha piu' volte chiarito il sottosegretario Mantovano".

Governo intenzionato a estendere regolarizzazione

Good news. Regolarizzazione: il Governo possibilista a recuperare tutte le domande di nulla osta al lavoro del 2007 rimaste fuori graduatoria perché in esubero rispetto alle quote

Partendo dalla consapevolezza che gran parte dei lavoratori stranieri che sono stati richiesti in Italia tra il 2007 ed il 2008 con la procedura di nulla osta del 2007, ma senza esito in quanto le domande erano in eccesso rispetto alle quote, in realtà si trova tuttora nel nostro Paese e continua a lavorare da noi, considerato che dal momento dell'entrata in vigore della legge sulla sicurezza, potrebbero esserci moltissime espulsioni, e quelle persone perderebbero il lavoro e molte famiglie italiane, molte piccole aziende, molti commercianti, molti artigiani si troverebbero senza il necessario aiuto, 25 deputati, di destra centro e sinistra, hanno presentato un ordine del giorno per impegnare il Governo a favorire la regolarizzazione di questi lavoratori. Per i proponenti, i datori di lavoro esclusi dai flussi perché in esubero rispetto alle quote dovrebbero avere la possibilità di denunciare, entro quattro mesi dall'entrata in vigore della legge di conversione del decreto anti crisi, la sussistenza del rapporto di lavoro alla Prefettura - ufficio del Governo competente per territorio mediante presentazione di domanda di emersione, con le stesse modalità previste per la dichiarazione di emersione di colf e badanti.
Il Governo ha accolto l’ordine del giorno, sia pure con la formula dell’invito a valutare la proposta, manifestando una apertura finora ostacolata in modo accanito dalla Lega Nord. Non resta che attendere il passaggio dalle parole ai fatti.
(Raffaele Miele - ImmigrazioneOggi)

Reato di clandestinità: entra in vigore l'8 agosto il nuovo 'pacchetto sicurezza'

Avviso: tappatevi il naso mentre leggete. E' stata pubblicata ieri sulla Gazzetta Ufficiale la legge 15 luglio 2009 n. 94 recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica". Dunque, tra 15 giorni, e cioè l'8 agosto venturo, l'immigrato che sarà sorpreso senza permesso di soggiorno (pse) dovrà rispondere del 'reato di ingresso e soggiorno illegale', che tutti i pubblici ufficiali dovranno obbligatoriamente segnalare all’autorità giudiziaria, ad esclusione dei presidi e dei medici. Obbligatori saranno inoltre: la nuova tassa sui permessi di soggiorno (da 80 a 200 euro), il test di lingua italiana per la concessione della carta CE di soggiorno, le nuove misure sul money transfer e molto altro ancora.
E' servita a poco dunque la lettera del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, così come gli appelli di associazioni, sindacati, istituti, enti ecc.
La speranza ora è che si 'salvino' almeno colf e badanti. Se in questi giorni, infatti, il Parlamento approverà la legge di conversione del decreto per la regolarizzazione di colf e badanti, almeno per questa categoria non vi saranno rischi di incriminazione e di espulsione in quanto, come ha riportato dal sito "ImmigrazioneOggi", la norma prevede la sospensione dei procedimenti penali ed amministrativi fino alla conclusione del procedimento di emersione.

domenica 26 luglio 2009

Colf e Badanti. Come funziona la regolarizzazione e con quali effetti

I punti principali della “Dichiarazione di attività di assistenza e di sostegno alle famiglie” approvata dalla Camera. Martedì il nuovo testo sarà in Senato.

Si chiama “Dichiarazione di attività di assistenza e di sostegno alle famiglie” la regolarizzazione di colf e badanti all'esame della Camera.
I datori di lavoro italiani, comunitari o extracomunitari con la carta di soggiorno, potranno mettere in regola colf e badanti che al 30 giugno 2009 erano già occupate presso di loro in nero da almeno tre mesi. La dichiarazione di emersione costerà 500 euro per ciascun lavoratore e potrà essere presentata dal 1 al 30 settembre.
Per lavoratori italiani e comunitari si potranno usare dei moduli da presentare all’Inps. Per i lavoratori extracomunitari, le dichiarazioni andranno presentate via internet allo Sportello unico per l’Immigrazione.
Ogni famiglia potrà mettere in regola al massimo una colf e due badanti extracomunitarie. Chi presenta la dichiarazione per una colf dovrà avere un reddito di almeno 20mila euro l’anno, se è l’unico a percepire un reddito in famiglia, oppure non inferiore a 25mila euro, se in famiglia ci sono altre persone che percepiscono reddito.
Nessun limite di reddito è previsto per regolarizzare le badanti, ma in questo caso sarà indispensabile un certificato della struttura sanitaria pubblica o del medico di famiglia che attesti le limitazioni dell’autosufficienza della persona assistita. Sarà sempre il medico a certificare se davvero c’è bisogno di due badanti.
La domanda per le badanti può essere presentata dalla persona assistita o da un suo familiare non convivente. In questo modo un figlio, ad esempio, potrà regolarizzare la badante del genitore, naturalmente presentando un certificato medico che attesti i limiti all’ autosufficienza di quest’ultimo.
Anche chi ha già presentato domanda per i flussi d’ingresso 2007 o 2008 può presentare la dichiarazione di emersione. Chi sceglie questa strada, rinuncia però automaticamente alla domanda per i flussi, che viene archiviata.
Fino al termine dell’esame della dichiarazione, il lavoratore non potrà essere espulso, né, insieme al datore di lavoro, essere oggetto di procedimenti penali e amministrativi per la violazione delle norme sull’immigrazione o sul lavoro. Questi illeciti verranno condonati definitivamente se la regolarizzazione va a buon fine.
Una volta verificato che la domanda è ammissibile, lo sportello unico convocherà datore di lavoro e lavoratore per la stipula del contratto di soggiorno. A questo punto, il lavoratore potrà chiedere a sue spese il rilascio del permesso di soggiorno, che oggi costa circa 70 euro ma sarà ancora più salato con la nuova legge sulla sicurezza.
Potrà partecipare alla regolarizzazione anche chi in passato è stato espulso perché non aveva il permesso di soggiorno o perché il permesso era scaduto. Niente da fare, invece, per chi ha un’espulsione per motivi di sicurezza, ordine pubblico o terrorismo, una segnalazione come “inammissibile” in Italia o una condanna, anche solo in primo grado, per un reato per cui è previsto l'arresto in flagranza.
Non conviene fare i furbi. Se si presentano dichiarazioni false si commette reato e, se si utilizzano documenti contraffatti, si rischiano fino a sei anni di carcere.

Elvio Pasca (Stranieri in Italia)

sabato 25 luglio 2009

Unicef: bambini immigrati svantaggiati in Europa, ma in Italia... stanno peggio

Secondo una ricerca, il nostro è il paese ricco con il maggior divario: i giovani migranti presentano condizioni peggiori di salute, istruzione e alloggi

La qualita' della vita dei minori immigrati e' generalmente peggiore di quella dei bambini europei. L'Italia, per il fatto che il fenomeno dell'immigrazione e' piu' recente, e' una delle nazioni in cui questo divario e' piu' accentuato. E' l'estrema sintesi della ricerca sui minori migranti condotta dall'Unicef che sara' presentata ufficialmente il prossimo autunno. In Europa il 7% dei bambini e' figlio di genitori immigrati. La percentuale sale all'11% se si considerano i figli di immigrati che sono nati in Italia. Gli studi, condotti dal professor Donald Hernandez (per l'Europa) e dai professori Letizia Mencarini, Emiliana Baldoni e Gianpiero Della Zanna (per l'Italia), hanno evidenziato come i bambini e i giovani nelle famiglie immigrate nei paesi ricchi soffrano, con poche eccezioni, una condizione di svantaggio in vari indicatori di benessere rispetto ai bambini figli di nazionali, inclusi gli indicatori di salute, di istruzione, di poverta' e di inclusione nel mercato del lavoro. Le motivazione principali di questo svantaggio, secondo il professor Hernandez, sono causate dalla "lingua e dalla cultura diversa che contribuisce a creare barriere" e dal fatto che "il generale basso livello d'istruzione dei genitori si ripercuote sui figli". La prima e urgente azione da compiere per invertire questa tendenza, spiega Hernandez, e' "facilitare l'integrazione attraverso investimenti di inclusione" e, soprattutto, "e' opportuno che i governi dedichino maggiori attenzioni a questo problema creando politiche ad hoc perche' questi giovani migranti saranno i cittadini del futuro delle nostre nazioni". I minori migranti in Italia, ha spiegato Letizia Mencarini, hanno un livello d'istruzione piu' basso rispetto ai loro coetanei italiani, vivono in case piu' sovraffollate e hanno i genitori con un reddito piu' basso e con lavori poco qualificanti. In particolare, i meno istruiti sono i marocchini, senegalesi e pachistani, mentre i piu' istruiti sono i giovani provenienti dall'Europa dell'Est e dall'America Latina. Meno di un migrante su quattro continua gli studi dopo le scuole superiori (contro il 40% degli italiani). Contrariamente a quanto avviene in altri paesi, quali la Francia, la Spagna o la Germania, non vi e' in Italia una forte concentrazione linguistica o etnica delle popolazioni immigrate in specifiche parti del paese, cosa che ha sicuramente un effetto sugli sforzi di inclusione dei bambini figli di migranti nel sistema educativo.

Europa più severa con chi dà lavoro ai clandestini

Fonte: www.stranieriinitalia.it
Da oggi in vigore la direttiva con le sanzioni. I 27 devono adeguarsi entro due anni
20 luglio 2009 - L’Europa dichiara guerra a chi dà lavoro a immigrati irregolari. Nuove sanzioni finanziarie, amministrative e penali sono prevista da una direttiva pubblicata il 30 giugno sulla Gazzetta Ufficiale europea, che entra in vigore oggi e dà agli Stati membri due anni di tempo per adeguarsi.
La direttiva vieta l’assunzione di cittadini stranieri irregolari. I datori di lavoro dovranno chiedere il permesso di soggiorno, conservarne una copia e informare sempre le autorità se assumono un immigrato.

Le multe saranno proporzionate al numero di dipendenti irregolari. Si aggiungeranno al pagamento dei costi per il rimpatrio, della retribuzione arretrata (se era inferiore al minimo stabilito dalla legge), delle tasse e dei contributi non versati, che il lavoratore potrà riscuotere anche dal suo Paese.

Sul fronte amministrativo, è prevista per le imprese l’esclusione da appalti e sovvenzioni pubbliche. Gli stabilimenti in cui hanno lavorato degli irregolari potranno essere chiusi temporaneamente o anche definitivamente, così come si potrà arrivare alla sospensione o al ritiro delle licenze d’esercizio.

Nei casi più gravi (recidivi, impiego di più clandestini, di minori o vittime della tratta) si prevede che la violazione intenzionale del divieto di assumere clandestini sia considerato reato. Scatteranno di conseguenza anche delle sanzioni penali.

Tutte le sanzioni saranno comunque meno dure se il datore di lavoro è un privato (come succede per le famiglie che occupano colf e badanti) e se non si rilevano condizioni di particolare sfruttamento.

Associazioni e sindacati potranno assistere chi denuncia i propri datori di lavoro o anche presentare denunce autonomamente. Gli Stati membri sono chiamati a vigilare, prevedendo ispezioni efficaci e definendo i settori in cui si concentra l’impiego di manodopera irregolare.

E lavoratori? Non verranno regolarizzati, quindi li aspetta comunque l’espulsione. Solo in situazioni di particolare sfruttamento o se il lavoratore è un minore gli Stati membri potranno concedere, caso per caso, permessi di durata limitata per favorire lo svolgimento del processo penale.

Gli Stati membri dovranno tradurre in pratica la direttiva entro il 20 luglio 2011, ma l’Italia è a buon punto, avendo già nella sua legislazione pene severe per chi assume clandestini.

Il testo unico sull’immigrazione prevede per il datore di lavoro l’arresto da tre mesi a un anno e una multa di 5.000 euro per ogni lavoratore impiegato, alle quali si aggiungono poi le sanzioni amministrative per la violazione degli obblighi retributivi e contributivi.

Cittadinanza, casa, salute, stampa etnica. Secondo una ricerca della Regione Piemonte migliora l’integrazione degli immigrati in Italia

(Metropoli)

“Integrometro II. Immigrati stranieri: segnali di integrazione” è una ricerca sul grado di integrazione degli immigrati in Italia ed in Piemonte finanziata dalla Fondazione Crt nell’ambito del progetto Alfieri, che ha avuto come capofila Fieri (Forum Internazionale ed Europeo di Ricerche sull’immigrazione) e che ha visto la partecipazione della Fondazione Giovanni Agnelli, di Scenari Immobiliari e di due ruppi di ricerca universitari (Dipartimento di Scienze Demografiche della “Sapienza” di Roma e Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Torino).

I risultati fotografano l’integrazione straniera in Italia e la sua costante evoluzione. La ricerca è partita cercando di individuare i principali obiettivi che le politiche di integrazione dovrebbero sviluppare a livello nazionale, analizzando poi le strategie di volta in volta praticate dai paesi dell’Unione Europea. Gli obiettivi individuati per delle corrette politiche di integrazione sono quattro: che l’immigrazione abbia un impatto positivo sul paese di arrivo ed eventualmente su quello di transito; tutelare la buona salute degli immigrati; mantenere delle relazioni di basso conflitto fra immigrati e nazionali e avere un impatto positivo sul paese di partenza. A livello nazionale la ricerca sul livello di realizzazione di questi obiettivi ha portato all’approfondimento di importanti dati statistici su quattro grandi temi: cittadinanza, salute, casa e stampa etnica.

Cittadinanza
Pur rimanendo ancora al di sotto della media europea, le cittadinanze concesse sono in forte aumento. La modalità più “facile” per la concessione resta il matrimonio (quasi il 70% dei casi fra il 1985 ed il 2005). Sono però le concessioni per residenza (le naturalizzazioni ordinarie) a registrare un’impennata: dalle 20mila nel periodo 1985- 2004, (12% del totale) alle 7500 del solo 2005 (40% del totale).

Salute
Il rapporto immigrati salute è in significativa evoluzione: i ricoveri di cittadini stranieri sono stati 366mila nel 2003, il 3% sul totale nazionale (quindi al di sotto del peso demografico dell’immigrazione stimato per il 2003 al 5%). Gli immigrati godono quindi di ottima salute. Uno dei fattori che spiega questo dato è quello del cosiddetto “migrante sano”: normalmente solo chi gode di ottima salute affronta un viaggio impegnativo come un trasferimento in un altro stato.
Gli stranieri immigrati in Italia godono di una salute mediamente migliore di quella dei loro connazionali in patria e di quella dei cittadini della nazione presso cui si trasferiscono. La fascia a più alta ospedalizzazione è quella delle donne in età riproduttiva, quasi il 60% sul totale degli stranieri. Un dato significativo emerso dalla ricerca ci parla di nuovi nati stranieri mediamente più sani degli italiani. Prendendo come indicatore il peso alla nascita (indicatore standard dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) il peso dei neonati stranieri nati in Italia è di 3,30 kg, contro i quasi 3,2 degli italiani.

Casa
Si diffonde e consolida fra gli immigrati la tendenza alla acquisto della casa, un segnale di integrazione e permanenza incoraggiante, sebbene spesso la decisione sia resa necessaria dalle difficoltà e discriminazioni incontrate nel mercato degli affitti. Gli acquisti immobiliari da parte di cittadini stranieri sono saliti fino a rappresentare nel 2006 il 18,5 del totale nazionale (la tendenza per il 2007 parla di una leggera contrazione: 135mila acquisti, cioè il 17% del totale nazionale, equivalenti a circa 16 miliardi di euro).

Stampa etnica
In crescita per numero di testate e di diffusione i giornali dedicati alle diverse comunità immigrate, quasi esclusivamente in lingua madre. A livello nazionale si tratta di 35 testate, per un milione e 675mila copie al mese. Spesso diffuse gratuitamente.

martedì 14 luglio 2009

SCIOPERO!



Comunicato Stampa

Per la prima volta nella storia della Rete i blog entrano in sciopero.
Accadrà domani, 14 luglio, con una giornata di rumoroso silenzio dei blog italiani contro il disegno di legge Alfano, i cui effetti sarebbero quelli di imbavagliare l'informazione in Rete.
Il cosiddetto obbligo di rettifica, pensato sessant'anni fa per la stampa, se imposto a tutti i blog (anche amatoriali) e con le pesanti sanzioni pecuniarie previste, metterebbe di fatto un silenziatore alle conversazioni on line e alla libera espressione in Internet.

Domani 14 luglio dunque, invece dei consueti post, i blog italiani metteranno on line solo il logo della protesta, con un link al manifesto per il Diritto alla Rete: http://dirittoallarete.ning.com. Sul network verrà pubblicato inoltre uno slideshow di tuti i blogger imbavagliati che hanno aderito.

L'iniziativa prevede anche un incontro-sit in piazza Navona a Roma, alle ore 19 di martedì 14 luglio, e un simbolico imbavagliamento sia dei blogger presenti sia della statua simbolo della libertà di espressione, quella del Pasquino.

Hanno aderito all'iniziativa blogger di ogni area politica (ma anche non politici) ed esponenti di diversi partiti e associazioni.

Tra gli altri: Ignazio Marino, Vincenzo Vita, Mario Adinolfi e Francesco Verducci (Pd); Antonio Di Pietro (Idv): Pietro Folena (Partito della Sinistra Europea); Amici di Beppe Grillo di Roma, Calabria e Taranto; Articolo 21; Sinistra e Libertà; Per il Bene Comune; Partito Liberale Italiano (PLI).

Hanno aderito a titolo personale anche Giuseppe Civati, Sergio Ferrentino, Massimo Mantellini, Alessandro Robecchi, Claudio Sabelli Fioretti, Ivan Scalfarotto, Luca Sofri, Marco Travaglio e Vittorio Zambardino.

Anche alcuni parlamentari della maggioranza (come Antonio Palmieri e Bruno Murgia), seppur non verranno in piazza, hanno espresso la loro contrarietà alla norma imbavaglia-Rete presente nel ddl Alfano.

Sarà in piazza Navona anche il professor Derrick de Kerckhove, guru della Rete e docente all’Università di Toronto. Verrà infine annunciata la costituzione della “Consulta permanente per il Diritto alla Rete”: avrà l’obiettivo di aprire un tavolo di confronto tra il mondo della Rete e la politica, che tenga conto della libertà di espressione e di informazione, e soprattutto delle necessità di chi la Rete la vive ogni giorno come utente e cittadino.

domenica 12 luglio 2009

Le nuove norme sull’immigrazione colpiscono anche i regolari



Roma - Non deve sorprendere che i britannici siano interessati a conoscere e approfondire le nuove norme italiane in materia d’immigrazione. Sostengono, infatti, che parte dei migranti che entrano illegalmente in Italia finisca, presto o tardi, per attraversare la Manica e approdare in terra d'Albione, dove ci sono maggiori opportunità di lavoro, d’integrazione e di diritti. Non è un caso, allora, che in un incontro tenutosi il 6 luglio al Club dell’Ambasciata britannica - un villino immerso nel verde di fianco alla storica ambasciata di via XX Settembre – i funzionari di Sua Maestà simpatizzino per la linea dura contro i “clandestini” adottata dal governo.
Di tutt’altro avviso, naturalmente, le associazioni filantropiche presenti – Caritas, Migrantes, Arci etc - il sindacato della Uil ed un esperto di comunicazione delle migrazioni come il direttore del sito ImmigrazioneOggi, Raffaele Miele. Tutti concordi nel ritenere che il ddl approvato in Senato colpisca non solo gli irregolari, ma anche coloro che sono in regola con i documenti. “Con queste norme- ha detto Giuseppe Casucci di Uil/Immigrazione- si stabilisce che non tutti sono uguali di fronte alla legge. Già in materia di previdenza e di assistenza - come ad esempio il bonus bebè – gli immigrati non avevano gli stessi diritti degli italiani. Ora però si è creata una vera e propria separazione di status che porterà ad un peggioramento dei rapporti tra immigrati, anche regolari, e cittadini italiani”. Dure critiche anche dal mondo cattolico. “Come cattolico sono affranto- ha detto Franco Pittau di Caritas/Migrantes, il centro che realizza dal ’91 il Dossier nato per volontà di don Luigi Di Liegro e considerato dai più uno strumento indispensabile per conoscere il fenomeno migratorio nel Nostro paese; Le uniche speranze- ha proseguito Pittau- sono nella mani della Corte costituzionale. E, credo, anche in quelle delle famiglie, che quando si vedranno ‘toccate’ dal nuovo provvedimento mi auguro si ribellino”. Secondo Pittau, dunque, le famiglie che oggi hanno una badante potrebbero svolgere un ruolo determinante per cambiare leggi e mentalità italiane. Più la Corte costituzionale, che potrebbe mettere fuorilegge alcune norme per vizio di costituzionalità. L’avvocato Silvia Scopellitti, invece, esperta di diritto dell’immigrazione, ha analizzato, articolo per articolo, il nuovo ddl. “Prima di tutto- ha detto- voglio dire che queste nuove norme si inseriscono nel sistema giuridico in modo non armonico. Ma questa non è più una novità. Sono anni che le cose vanno in questo modo”. L’avvocato ha poi parlato dei “pericoli” derivanti dalla nuova norma sui Money Transfert (MT), che obbliga gli sportellisti a schedare gli immigrati che effettuano rimesse all’estero, e a tenere le copie dei documenti per dieci anni. “Assomiglia molto alle norme anti-terrorismo dell’ex ministro Pisanu- ha detto l’avvocato Scoppellitti- ma lì la situazione era diversa. Ora, invece, l’unico effetto di questa norma sarà di foraggiare la nascita di “banche di strada”, in mano alla criminalità organizzata”. Preoccupa inoltre l’articolo che prevede l’esibizione del permesso di soggiorno (pse) per tutti gli atti pubblici: dal matrimonio fino a contratti come quelli stipulati con chi eroga gas, luce, etc. Tutti atti che secondo gli esperti saranno comunque realizzati, ma nell’ambito di un mercato parallelo, fatto di prestanome a pagamento. Anche in materia di ricongiungimenti familiari e di scuola il ddl crea alcuni problemi. Nel primo caso non basterà più il silenzio/assenso della Pubblica Amministrazione per far proseguire la pratica, mentre nel secondo caso non è chiaro cosa significhi che “lo stato garantisce agli stranieri l’istruzione alla scuola dell’obbligo”, che è fino ai 16 anni. E che, quindi, non copre tutto il percorso scolastico dell’alunno - la maturità si ottiene a 18 anni.
Il nuovo ddl - per quanto riguarda l’immigrazione – colpirà, secondo gli esperti, non solo gli irregolari, come vorrebbero i sudditi della Regina e, presumibilmente, buona parte degli italiani che hanno votato il centrodestra e la Lega. Ma anche i regolarmente soggiornanti che, senza un intervento della Corte costituzionale, rischiano di diventare cittadini di serie B come lo sono già i cosiddetti clandestini, usati della criminalità organizzata e da chi sfrutta il lavoro nero.

Italo Mastrangeli
(articolo apparso su Lungotevere.net)

Badanti,Cgil e Acli:provvedimento ok ma riguardi tutti

Anche operai o braccianti. Non discrimini datori lavoro stranieri

E' un passo avanti, ma la regolarizzazione va estesa a tutti i lavoratori, non solo agli immigrati. E' uguale la posizione della Cgil e quella delle Acli sul provvedimento annunciato dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, e da quello dell'Interno, Roberto Maroni. Anche nel 2002, ricordano, l'allora governo Berlusconi puntava inizialmente a una regolarizzazione riservata solo a colf e badanti. Dopodiché, su pressione anche dei sindacati, decise di promuovere una sanatoria generale. Questa volta, si augurano, potrebbe andare nello stesso modo. Per il provvedimento, spiega ad Apcom Piero Soldini, responsabile immigrazione della Cgil, potrebbero esserci gli estremi per due diverse impugnazioni. La prima di fronte alla Corte di giustizia europea, la seconda alla magistra italiana. "Il punto debole del provvedimento - dice Soldini - che ne inficia anche la ratio, è che riguarda solo il lavoro domestico. Quella è una parte, non il tutto. Questo configura una discriminazione che potrebbe essere impugnata in sede europea". Inoltre, prosegue, il testo prevede, come ha annunciato Maroni, per gli immigrati che volessero regolarizzare una badante in casa propria, la condizione di avere la residenza in Italia da almeno cinque anni. Una condizione, dice il ministro, inserita "per evitare trucchi". "Atteggiamento discriminatorio", ribatte invece la Cgil. "Già nel decreto flussi 2008 - ricorda Soldini - il Governo aveva escluso i datori di lavoro stranieri, che non potevano regolarizzare i propri dipendenti. Furono costretti dal nostro ricorso a un passo indietro. Ora sanno che non possono più fare un passo falso, e allora si limitano a chiedere i 5 anni di residenza. Ma l'idea di fondo è sempre la stessa: la badante deve essere straniera e la famiglia strettamente italiana. Una cosa che ci metterà alla berlina sui giornali internazionali, per l'ennesima volta". Questo criterio dei cinque anni di residenza, spiega Soldini, non è previsto nella legge Bossi Fini. "Perciò stiamo valutando la possbilità di un ricorso". Il motivo per cui il Governo insiste tanto su colf e badanti e non vuole regolarizzare gli altri, spiega ad Apcom Pino Gulia, responsabile del patronato Acli per gli immigrati, è che lo scopo è solo quello di evitare di mettere le famiglie italiane in difficoltà. Con il nuovo reato di clandestinità, le famiglie che hanno in casa una badante rischiano l'accusa di favoreggiamento. E così il Governo corre ai ripari. "In questo ragionamento - sottolinea Gulia - il fatto che qualche immigrato venga regolarizzato è un effetto, non un obiettivo. E' solo l'ultimo anello della catena". Certo, spiega, la regolarizzazione delle badanti è di per sé un risultato importante: "Non possiamo che essere contenti perché è stato accolto finalmente quello che chiedevamo da mesi. Inoltre è positivo che non vengano esclusi dalla procedura quelli che avevano fatto domanda di regolarizzazione nell'ambito dei flussi. Ma non è chiaro perché il tutto debba essere limitato solo a una determinata categoria". "E' complicato - sottolinea Soldini - spiegare che il lavoro domestico delle badanti sia socialmente utile e quello del metalmeccanico o del bracciante agricolo sia meno utile dal punto di vista sociale. Certo le badanti vengono pagate poco e suppliscono a carenze enormi del nostro welfare. Ma anche per gli altri - conclude - la situazione non è molto diversa".
(APCom.net)

venerdì 10 luglio 2009

Regolarizzazione di colf e badanti “OK”: costerà 500 euro

E’ ufficiale l'intesa di massima tra i ministri del Welfare, Maurizio Sacconi, e dell'Interno Roberto Maroni, per la regolarizzazione di colf e badanti
Il provvedimento riprenderà lo schema di regolarizzazione del 2002, riguarderà anche i lavoratori italiani e comunitari, e sarà circoscritto ai servizi alla famiglia e alla persona.
Per i clandestini, però, l'ok è concesso a condizione che siano entrati in Italia non oltre i tre mesi precedenti all'entrata in vigore della legge

Ci vorranno 500 euro per sanare la posizione irregolare del lavoratore e del suo datore di lavoro e si otterrà una sorta di condono contributivo, previdenziale e fiscale per l'attività svolta dallo straniero, ma anche dall'italiano.
Saranno esclusi dalla sanatoria i soggetti con sanzioni penali o espulsi per motivi di pubblica sicurezza.

Rimane il dubbio per quanto riguarda i datori di lavoro in attesa della definizione della richiesta di inserimento nelle quote decreto flussi, visto che diverse decine di migliaia di queste quote devono essere ancora assegnate.
Il pacchetto sicurezza approvato definitivamente dal Parlamento che prevede anche il nuovo reato di immigrazione clandestina, entrerà comunque in vigore non prima della norma sulla regolarizzazione. In questo modo si potrà escludere qualunque possibile arresto di badanti e colf, o perlomeno espulsioni decise a seguito di un giudizio del tribunale. La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del testo sulla sicurezza, non avverrà prima di agosto, dopo, la firma, che ancora non c'è, del Presidente della Repubblica.
(www.immigrazione.biz)

Uil a Governo: "“Trovare subito una soluzione ragionevole per lo straniero che lavora onestamente anche senza permesso"

Con l’approvazione del ddl 733b e l’ormai prossima entrata in vigore della nuova legge sulla sicurezza vengono cambiate le regole del gioco per chi è immigrato nel nostro Paese, con provvedimenti che incidono sullo status e sulle condizioni di vita e lavoro di chi ha deciso di cercare nel nostro Paese la chance di un futuro migliore, per sé e per la propria famiglia.
La UIL non condivide la filosofia del pacchetto sicurezza in quando prefigura una separazione normativa nella condizione degli immigrati da quella degli italiani.
In particolare considera l’introduzione del reato di immigrazione clandestina, in quanto basato non su fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale ma su una condizione individuale, una norma contrastante con il principio in materia penale, in base al quale si può essere puniti solo per fatti materiali.
Inoltre l’introduzione di questo dispositivo produce effetti a catena sulla normativa e conseguenze forse poco valutate:

1. Detto reato, ha carattere di “costanza” in quando riguarda un’azione (il soggiorno) che dura nel tempo, e finisce necessariamente per applicarsi anche a chi è in Italia prima dell’entrata in vigore della nuova legge sulla sicurezza. Assume dunque carattere di retroattività;
2. Per chi è in Italia irregolarmente da tempo, non c’è modo di evitare il reato che finisce per essere attribuito indipendentemente dalla volontà di chi vi incorre;
3. La nuova legge rende più onerosa e difficile la condizione di soggiorno anche per gli immigrati regolari; per chi non lo è prefigura un futuro nero: privo di diritti e di speranze;
4. Per chi è irregolare, vengono a rischio, direttamente o indirettamente, diritti
fondamentali della persona, come iscrivere il figlio all’anagrafe, il diritto allo studio oltre l’obbligo scolastico, il diritto ad una casa o a mandare i soldi in Patria, ecc. Inoltre impone agli operatori del servizio pubblico l’obbligo di denuncia, per non incorrere loro stessi in un reato;

Pur non condividendo la nuova legge, la Uil crede si debba giungere ad un accordo tra Governo e parti sociali al fine di evitare una situazione di criminalizzazione diffusa di chi – pur irregolarmente – è venuto qui per vivere onestamente ed è presente sul territorio al momento di entrata in vigore della nuova legge.
Per questo motivo il nostro sindacato pensa , come nel 2002 con l’approvazione della Bossi–Fini, anche oggi siano cambiate le regole del gioco: è dunque logico e di buon senso dare la possibilità, a chi ha un lavoro e un posto dove vivere, di uscire dalla trappola della clandestinità.
Va anche considerato che la legge mette a rischio anche i datori di lavoro e le famiglie che occupano migranti senza permesso. Una situazione che – se non rimediata – rischia di avere pesanti costi sociali.
Oggi valutiamo che in Italia ci siano almeno un milione di lavoratori stranieri senza permesso, il che costa allo Stato italiano almeno 2 miliardi di € l’anno in mancate tasse e contributi previdenziali, fondi che potrebbero essere investiti in integrazione ed aiuti allo sviluppo dei paesi di origine degli stessi immigrati.
La UIL propone dunque di fare emergere dal sommerso e dalla condizione di clandestinità chiunque oggi lavori e viva onestamente. Questo può e deve essere fatto:

a) Non solo per le badanti. In edilizia, in agricoltura e nel commercio vi sono situazioni di forte presenta del lavoro etnico irregolare e spesso condizioni di estremo sfruttamento; qualsiasi provvedimento, dunque, deve riguardare chiunque abbia un lavoro dimostrabile;
b) Si può ricorrere alla regolarizzazione “ad personam” (valutando la situazione caso per caso), anche per non incorrere in critiche dell’Unione Europea; il meccanismo potrebbe essere quello di verificare l’esistenza del datore di lavoro al momento della richiesta del lavoratore immigrato, al quale viene chiesto di confermare la volontà di assumere, pagando contestualmente sei mesi di mesi di contributi INPS (così come accadde nel 2003);
c) In alternativa si possono accettare tutte le domande valide, presentate nell’ambito del decreto flussi 2008 e risultate in eccesso per carenza di quote;
d) Quello che è importante è agire però subito con un provvedimento che abbia efficacia immediata, preferibilmente prima dell’entrata in vigore della nuova legge;
Si propone, inoltre
e) Di riaprire il meccanismo dei flussi, per lasciare un’alternativa che non sia l’ingresso in forma clandestina; si rischia altrimenti di dare il segnale opposto a quello dichiarato: quello di una Italia chiusa alla migrazione legale;
f) Usare più efficacemente gli ammortizzatori sociali per non licenziare, sia italiani sia immigrati. Proponiamo inoltre che venga considerata l’indennità di disoccupazione come reddito valido per gli immigrati ai fini del rinnovo del permesso di soggiorno, e che i sei mesi per ricerca di occupazione scattino solo dopo il termine di godimento di questo istituto;

Per questo motivo la Uil chiede di riaprire da subito il dibattito tra parti sociali e Governo per trovare soluzioni condivise al tema dell’immigrazione e soluzioni ragionevoli, equilibrate ed umane al tema degli irregolari.

sabato 4 luglio 2009

Padre Zanotelli: Io, italiano e cristiano, mi vergogno del pacchetto sicurezza

di Alex Zanotelli

Mi vergogno di essere italiano e di essere cristiano. Non avrei mai pensato che un paese come l'Italia avrebbe potuto varare una legge così razzista e xenofoba. Noi che siamo vissuti per secoli emigrando per cercare un tozzo di pane (sono 60 milioni gli italiani che vivono all'estero!), ora infliggiamo agli immigrati, peggiorandolo, lo stesso trattamento, che noi italiani abbiamo subito un po' ovunque nel mondo. Questa legge è stata votata sull'onda lunga di un razzismo e di una xenofobia crescenti di cui la Lega è la migliore espressione. Il cuore della legge è che il clandestino è ora un criminale. Vorrei ricordare che criminali non sono gli immigrati clandestini ma quelle strutture economico-finanziarie che obbligano le persone a emigrare. Papa Giovanni XXIII nella "Pacem in Terris" ci ricorda che emigrare è un diritto.
Fra le altre cose la legge prevede la tassa sul permesso di soggiorno (gli immigrati non sono già tartassati abbastanza?), le ronde, il permesso di soggiorno a punti, norme restrittive sui ricongiungimenti familiari e matrimoni misti, il carcere fino a 4 anni per gli irregolari che non rispettano l'ordine di espulsione ed infine la proibizione per una donna clandestina che partorisce in ospedale di riconoscere il proprio figlio o di iscriverlo all'anagrafe. Questa è una legislazione da apartheid, che viene da lontano: passando per la legge Turco-Napolitano fino alla non costituzionale Bossi-Fini. Tutto questo è il risultato di un mondo politico di destra e di sinistra che ha messo alla gogna lavavetri, ambulanti, rom e mendicanti. Questa è una cultura razzista che ci sta portando nel baratro dell'esclusione e dell'emarginazione.

Questo rischia di svuotare dall'interno le garanzie costituzionali erette 60 anni fa - così hanno scritto nel loro appello gli antropologi italiani - contro il ritorno di un fascismo che rivelò se stesso nelle leggi razziali». Vorrei far notare che la nostra Costituzione è stata scritta in buona parte da esuli politici, rientrati in patria dopo l'esilio a causa del fascismo. Per ben due volte la Costituzione italiana parla di diritto d'asilo, che il parlamento non ha mai trasformato in legge.

E non solo mi vergogno di essere italiano, ma mi vergogno anche di essere cristiano: questa legge è la negazione di verità fondamentali della Buona Novella di Gesù di Nazareth. Chiedo alla Chiesa italiana il coraggio di denunciare senza mezzi termini una legge che fa a pugni con i fondamenti della fede cristiana.

Penso che come cristiani dobbiamo avere il coraggio della disobbedienza civile. È l'invito che aveva fatto il cardinale R. Mahoney di Los Angeles (California), quando nel 2006 si dibatteva, negli Stati Uniti, una legge analoga che definiva il clandestino come criminale. Nell'omelia del Mercoledì delle Ceneri nella sua cattedrale, il cardinale di Los Angeles disse che, se quella legge fosse stata approvata, avrebbe chiesto ai suoi preti e a tutto il personale diocesano la disobbedienza civile. Penso che i vescovi italiani dovrebbero fare oggi altrettanto.

Davanti a questa legge mi vergogno anche come missionario: sono stato ospite dei popoli d'Africa per oltre 20 anni, popoli che oggi noi respingiamo, indifferenti alle loro situazioni d'ingiustizia e d'impoverimento.

Noi italiani tutti dovremmo ricordare quella Parola che Dio rivolse a Israele: "Non molesterai il forestiero né l'opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d'Egitto" (Esodo 22,20)