Secondo una ricerca, il nostro è il paese ricco con il maggior divario: i giovani migranti presentano condizioni peggiori di salute, istruzione e alloggi
La qualita' della vita dei minori immigrati e' generalmente peggiore di quella dei bambini europei. L'Italia, per il fatto che il fenomeno dell'immigrazione e' piu' recente, e' una delle nazioni in cui questo divario e' piu' accentuato. E' l'estrema sintesi della ricerca sui minori migranti condotta dall'Unicef che sara' presentata ufficialmente il prossimo autunno. In Europa il 7% dei bambini e' figlio di genitori immigrati. La percentuale sale all'11% se si considerano i figli di immigrati che sono nati in Italia. Gli studi, condotti dal professor Donald Hernandez (per l'Europa) e dai professori Letizia Mencarini, Emiliana Baldoni e Gianpiero Della Zanna (per l'Italia), hanno evidenziato come i bambini e i giovani nelle famiglie immigrate nei paesi ricchi soffrano, con poche eccezioni, una condizione di svantaggio in vari indicatori di benessere rispetto ai bambini figli di nazionali, inclusi gli indicatori di salute, di istruzione, di poverta' e di inclusione nel mercato del lavoro. Le motivazione principali di questo svantaggio, secondo il professor Hernandez, sono causate dalla "lingua e dalla cultura diversa che contribuisce a creare barriere" e dal fatto che "il generale basso livello d'istruzione dei genitori si ripercuote sui figli". La prima e urgente azione da compiere per invertire questa tendenza, spiega Hernandez, e' "facilitare l'integrazione attraverso investimenti di inclusione" e, soprattutto, "e' opportuno che i governi dedichino maggiori attenzioni a questo problema creando politiche ad hoc perche' questi giovani migranti saranno i cittadini del futuro delle nostre nazioni". I minori migranti in Italia, ha spiegato Letizia Mencarini, hanno un livello d'istruzione piu' basso rispetto ai loro coetanei italiani, vivono in case piu' sovraffollate e hanno i genitori con un reddito piu' basso e con lavori poco qualificanti. In particolare, i meno istruiti sono i marocchini, senegalesi e pachistani, mentre i piu' istruiti sono i giovani provenienti dall'Europa dell'Est e dall'America Latina. Meno di un migrante su quattro continua gli studi dopo le scuole superiori (contro il 40% degli italiani). Contrariamente a quanto avviene in altri paesi, quali la Francia, la Spagna o la Germania, non vi e' in Italia una forte concentrazione linguistica o etnica delle popolazioni immigrate in specifiche parti del paese, cosa che ha sicuramente un effetto sugli sforzi di inclusione dei bambini figli di migranti nel sistema educativo.
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