venerdì 18 settembre 2009

Incentivi della Regione Lazio per chi regolarizza colf e badanti


Roma - Con la regolarizzazione di colf e badanti che procede al rallentatore, la Regione Lazio offre una serie d'incentivi per sbloccare la situazione.
I dati diffusi l'11 settembre dal Ministero dell'Interno hanno evidenziato che nei primi undici giorni dall'inizio della sanatoria, rivolta a colf e badanti sprovviste del permesso di soggiorno, si contano finora solo 46.095 domande, per una media di circa 5mila domande al giorno. Molto al di sotto delle aspettative. Continuando di questo passo, infatti, non si dovrebbero superare le 150mila richieste, meno di un terzo di quante ne erano state previste.
Per questa ragione la Regione Lazio ha deciso di correre ai ripari. Dal 14 settembre è possibile per le famiglie residenti nella Regione, che hanno un Isee inferiore a 20mila euro all'anno, beneficiare di alcuni incentivi, che consistono nel rimborso degli oneri previdenziali sostenuti nei primi sei mesi di contratto per chi è stato assunto a tempo indeterminato dal 1 gennaio 2009, e al rimborso delle spese sostenute al momento della compilazione della domanda presso i Caf o i consulenti del lavoro, fino a un massimo di 200 euro. "Si tratta- ha detto l'Assessore regionale al lavoro e pari opportunità, Alessandra Tibaldi- di una misura che favorisce l'emersione del lavoro nero e che riconosce l'apporto fondamentale che i lavoratori migranti offrono alle famiglie italiane e agli anziani".
Una buona notizia, dunque, anche se i problemi non finiscono qui. La lentezza e l'incapacità della Pubblica Amministrazione italiana sono un altro fattore che rallenta il sistema, come ha denunciato l'Assindatcolf, associazione dei datori di lavoro domestico che fa parte di Confedilizia. Un primo problema è dovuto al software che non accetta alcune situazioni 'particolari'. Per questo il software si blocca e la domanda rimane congelata finché non si trova una soluzione. Altra questione quella del reddito minimo di 20mila euro. "Questa norma- spiega Assindatcolf- non contempla l'ipotesi, invece comune, che tali soggetti ricevano un aiuto economico dai parenti non conviventi, come nel caso di genitori anziani autosufficienti che vivono da soli e che ricevono un sostegno finanziario dai figli per avere qualcuno che si occupi di loro". E poi c'è il problema dell'alloggio. "La procedura di regolarizzazione- mette in evidenza Assindatcolf- non considera la situazione di chi ospita nel proprio alloggio, a qualsiasi titolo, lo straniero in fase di regolarizzazione. In casi come questo- conclude- la dichiarazione di emersione finisce per essere nient'altro che una denuncia ai danni dell'ospitante/locatore per i reati che commette concedendo l'alloggio ad uno straniero senza permesso: reati non sospesi dalla regolarizzazione".

Italo Mastrangeli
(articolo apparso su Lungotevere.net)

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