giovedì 30 aprile 2009

L’integrazione culturale dell’islam secondo Mantovano



Treviso – “Costruire una società in cui convivere in modo armonioso. Partendo però dal riconoscimento di un nucleo essenziale e non sottoposto a discussione di principi inderogabili riconoscibili da chiunque”. Così il sottosegretario di Stato all’Interno, Alfredo Mantovano, ha aperto il suo intervento al seminario ‘Islam italiano, problemi giuridici aperti’, organizzato dall’Università di Padova e dalla Fondazione Cassamarca, e tenutosi il 13 marzo all’università di Treviso. Tantissimi gli studenti presenti. “L’obiettivo (dell’integrazione)- ha detto- è di costruire una società nella quale si conviva bene e non da separati in casa. Partendo però dal riconoscimento di un nucleo essenziale di principi, primo fra tutti la parità tra i sessi. Questa chiarezza- ha aggiunto- è necessaria perché chi viene da noi da un Paese lontano deve conoscere l’entità nella quale chiede di volersi inserire. Il lavoro da svolgere è far sì che la convivenza si accompagni con l’adeguata tutela della nostra identità”. Dopodiché l’on Mantovano ha affrontato buona parte dei problemi che si frappongono ad una “pacifica convivenza tra persone di diversa cultura”. In particolare se provenienti dal cosiddetto “mondo islamico”. Divieto di poligamia e del burqa. “Il rispetto della libertà religiosa dei musulmani non può ammettere alcuna deroga al divieto di poligamia- ha precisato- Il matrimonio monogamico è strettamente legato ai principi della vita comune. E così vanno affrontate le altre questioni che si pongono, a cominciare dall’uso del velo. Nella gran parte dei casi si tratta di un semplice foulard, in altri si tratta dell’uso del burqa che non permette l’identificazione della persona”. Educazione dei figli. “Ai bambini immigrati di una famiglia musulmana- ha detto- non serve l’insegnamento (nelle scuole pubbliche italiane, ndr) dell’arabo o del Corano. Le famiglie e le loro comunità possono e sanno provvedere a questo. Serve invece insegnare l’italiano e spiegare qual è il contesto sociale e culturale nel quale sono giunti”. Luoghi di culto. “Molti pensano che una moschea sia l’equivalente di una parrocchia e che il sermone del venerdì sia analogo all’omelia domenicale- ha detto Mantovano- Ma ridurre la moschea a un sito di mera preghiera distorce la tradizione musulmana”. Inoltre, secondo Mantovano l’integrazione sarebbe più agevole se, invece che costruire moschee, si diffondessero le musalla, luoghi di preghiera simili alle cappelle cattoliche. “La costruzione di una musalla piuttosto che di una moschea- ha proseguito- riduce il tasso di polemica e di politicità, introducendo la distinzione che in Occidente è fondamentale tra il centro politico-culturale e il luogo di preghiera”. Dialogo e assenza di referenti affidabili nell’islam italiano con cui lo Stato possa interagire. “In tema di libertà religiosa il sistema politico italiano va nella direzione delle intese con le differenti comunità religiose- ha detto- L’ostacolo numero uno è identificare strutture organizzative veramente rappresentative dei musulmani in Italia. Purtroppo però mancano interlocutori seriamente rappresentativi. Dico questo senza alcun disprezzo nei loro confronti. La gran parte dei musulmani- ha concluso- non si sente rappresentata dalle associazioni. Queste ultime, inoltre, poiché rappresentano solo una piccola parte, normalmente hanno un tasso di fondamentalismo superiore alla media dei musulmani”.
Infine, il Sottosegretario all’Interno ha auspicato che, in tema di flussi migratori, l’Italia del futuro, “dia priorità a quei Paesi con cui si hanno maggiori assonanze”. “Non si tratta di stabilire preferenze etniche- ha concluso- ma di essere consapevoli che la convivenza riesce tanto meglio quanto più numerosi sono gli elementi che si hanno in comune”. (i.m.)

1 commento:

  1. I beni e le attività culturali come fattore di coesione e sviluppo: al seguente link potrete visionare il servizio sull'inaugurazione del nuovo master a Roma Tre e sulla mostra "Viaggi senza Frontiere".

    http://www.uniroma.tv/?id_video=18004

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