mercoledì 12 agosto 2009
Alemanno e lo stupro nel cassetto
Prendersela con gli immigrati per guadagnare consensi sembra essere lo sport preferito del sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Che già un anno fa arrivò in Campidoglio sulla scia di una crisi di nervi conseguente allo stupro-omicidio della signora Reggiani, avvenuto nei pressi della stazione ferroviaria di Tor di Quinto per mano del 26enne cittadino romeno Nicolae Romulus Mailat, poi condannato all'ergastolo.
Ora che il gradimento nei confonti della Giunta capitolina è a un passo dal tracollo (poco più del 40%, secondo l'Ipsoe), ecco che il Primo cittadino della Città Eterna tira fuori dal cassetto il suo cavallo di battaglia: la paura verso lo stupratore immigrato. Argomento buono per tutte le stagioni, anche per chi sta sotto l'ombrellone dimentico delle brutture di questo mondo. In primis, di Alemanno, che non ha trovato di meglio che scaldare la già torrida estate mettendo in guardia i cittadini italiani dal rischio "di un aumento della violenza sessuale" dovuto anche "dagli atteggiamenti da parte di aree di immigrati che vedono in una cultura arcaica la donna come un oggetto di dominio".
Provate per un momento a immaginarli questi italiani sotto l'ombrellone che, dopo aver letto la dichiarazione di Alemanno sul giornale, sobbalzano dal lettino e con uno sguardo ammonitore intimano alla moglie o alla figlia di allontanarsi dall'ambulante di turno, solitamente un omone nero con turbante in testa e infradito ai piedi, intento a vender loro cocco-bello, collanine od occhiali da sole. Non si sa mai: sotto a quel turbante potrebbe nascondersi un islamico troglodita che disprezza le donne, che usa il cocco-bello come cloroformio per addormentare le vittime e impossessarsene sotto la doccia dello stabilimento.
Non ci si può fidare di nessuno. E tantomeno di Alemanno, che per tutto l'anno non ha fatto altro che raccontarci quanto la città di Roma, con un paladino come lui in Campidoglio, sia diventata più sicura. A onor del vero, la Città Eterna è da almeno tre anni che è la capitale d'Europa con il più basso numero di denunce per stupro - così dicono i dati di una ricerca presentata nello scorso febbraio dal Ministero dell'Interno. Dati che, inoltre, danno in calo il reato di violenza sessuale e che, c'informano, su 10 stuparori 5 sono italiani e 3 romeni. Dunque, a ben vedere non c'è nemmeno un extracomunitario troglodita o musulmano. Che secondo lo stereotipo dovrebbero rientrare tra coloro che, come dice Gianni Alemanno, "vedono in una cultura arcaica la donna come un oggetto di dominio".
Ma quanto tempo dovranno attendere i romani per avere un nuovo Ernesto Nathan? Ad maiora.
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