giovedì 13 agosto 2009
Quale sorte attende i 500mila irregolari fuori dalla sanatoria?
Dopo la regolarizzazione di colf e badanti resteranno in giro per l'Italia non meno di 500mila immigrati senza permesso di soggiorno. Un dato approssimativo, calcolato sottraendo il numero degli irregolari presenti oggi in Italia (700-800mila, secondo stime ottimistiche) da colf e badanti che a breve saranno regolarizzate (prevedibilmente non più di 300-400mila). Al risultato (400mila) bisogna però aggiungere i 160mila immigrati che - secondo un'indagine della Uil - perderanno il posto di lavoro nel corso del 2009, senza più rientrare in tale mercato, a causa della crisi economica. Arrotondando per difetto ecco che si arriva alla cifra di 500mila individui. Una cifra astronomica, destinata a salire con i nuovi arrivi che la linea dura del governo non riesce ad arrestare (checché se ne dica, le frontiere restano un colabrodo). Tutti irregolari che, se fermati dalle forze dell'ordine (magari per la denuncia di un infermiere o di un qualsiasi pubblico ufficiale), verranno giudicati per direttissima, prima di ricorrere in Cassazione (col rischio di ingolfare il nostro già elefantiaco sistema giudiziario) e di multarli di 5mila o 10mila euro per il reato di soggiorno clandestino.
Qualcuno in questi mesi ha paventato l'idea di un'espulsione di massa. Ma, nei numeri, tale ipotesi è irrealizzabile. Per riuscirvi bisognerebbe costruire migliaia di Cie (quelli attuali non bastano nemmeno per 2.000 persone), fare oltre mille processi, ingaggiare una flotta aerea per il ripatrio, stipulare nuovi accordi con i paesi di provenienza, e così via. Per quanto riguarda i nuovi irregolari, invece, cioè quelli che lo sono diventati dopo aver perso il lavoro a causa della crisi, l'esperienza spagnola ci dimostra che il rimpatrio contro pagamento da parte dello Stato di una tantum, non funziona.
Che accadrà, dunque, a questi 500mila 'criminali' che scorrazzano per la Penisola? Per gli italiani nulla. Li usereranno come hanno sempre fatto: nelle fabbriche, nei cantieri e nel commercio. 'Invisibili' lavoratori in nero. 'Pezzenti' senza diritti. Ma per gli immigrati la vita sarà ancora più dura. Costretti, più di prima, a nascodersi negli angoli bui della nostra società. Impauriti dalla possibilità sempre presente di essere denunciati e rispediti al mittente. Quando anche andare al bar per un caffè o al mercato a fare la spesa significa sfidare la sorte.
I.M.
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