lunedì 3 agosto 2009

Scajola: regolarizzare anche infermieri e chi serve alle imprese

La lega insorge: non se ne parla nemmeno

di Corrado Giustiniani (Il Messaggero)

Sembra lo stesso film del 2001. Prima una regolarizzazione limitata ai lavoratori delle famiglie: colf e badanti. Come quella appena approvata per decreto legge, con le domande aperte dal primo al 30 settembre. Poi l’estensione agli irregolari dei cantieri, delle fabbriche, dei ristoranti: e ne venne fuori la maxi-sanatoria della Bossi-Fini.
E’ stato Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo Economico, a mettere in campo l’ipotesi di una sanatoria-bis. «La lotta all’immigrazione clandestina - ha detto il ministro in un’intervista al Corriere della Sera - era un impegno preso con gli elettori ed è stato mantenuto. Ma ora è giusto intervenire per sanare situazioni più delicate, che nulla hanno a che fare con la criminalità, come le badanti. E forse anche altre categorie di lavoratori».
Le affermazioni di Scajola hanno spaccato la maggioranza. Un “no” secco da parte della Lega: «Di sanare altre categorie proprio non se ne parla» ha tagliato corto Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione, nonché coordinatore delle segreterie della Lega. E “no” da Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl: «L’ipotesi Scajola non esiste. Sono chiacchere da ombrellone». Tanto che il ministro dello Sviluppo economico ha sentito nel pomeriggio il bisogno di precisare il suo pensiero. Non interventi generalizzati, ma piuttosto mirati, per coprire carenze di personale in settori specifici. «Non ho proposto sanatorie per altre categorie oltre a colf e badanti - ha voluto chiarire Scajola -. Ma, tenendo conto dello scenario, ho semplicemente prospettato l’ipotesi che nelle sedi idonee si possa rendere necessario considerare altri interventi, ad esempio per coprire la carenza di infermieri o di altri profili professionali necessari per le nostre imprese».
Secondo Calderoli, invece, le badanti erano un’emergenza legata ai «vecchietti» (questo il termine testuale usato dal ministro) senza strumenti alternativi di assistenza. Ma adesso «pensare a nuove sanatorie, vorrebbe dire regolarizzare nuova manovalanza destinata a incrementare la quota dei disoccupati e a far crescere la lotta tra i poveri». Proprio ora che il governo «ha appena varato delle misure per cercare di evitare licenziamenti e contenere gli effetti della crisi».
Anche nel 2001 la Lega aveva bocciato la proposta di una sanatoria: Roberto Maroni, allora ministro del Lavoro, parlando a Venezia aveva osservato che c’erano già 220 mila immigrati iscritti nelle liste di collocamento, e che occorreva dare una risposta anzitutto a loro. Poi le cose andarono diversamente. Ma Gasparri è sicuro che stavolta altre regolarizzazioni non ci saranno: «Non sono state proposte e non sarebbero approvate - ha dichiarato - Le procedure previste per colf e badanti dovranno essere sottoposte a severi controlli, per evitare inganni».
Ma se ci sono clandestini che hanno un impiego, è possibile continuarli a considerare dei fantasmi? La domanda che alcuni mesi fa si era posto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, è rimbalzata ieri sulla bocca di vari altri esponenti della maggioranza, da Adolfo Urso, viceministro di Scajola («Anche su colf e badanti la prima reazione fu negativa, poi ci si confronta, si ragiona e si trova la soluzione») a Benedetto Della Vedova. Quest’ultimo, deputato del Pdl, ha apprezzato «visione politica e buon senso» di Scajola e ha sviluppato più organicamente del ministro le ragioni dell’estensione. E’ il tempo di passare «dai proclami ideologici», quelli della Lega, a «un po’ di sano pragmatismo». Per questo occorrerebbe estendere la regolarizzazione anche «a quelle imprese e a quei lavoratori stranieri altrimenti condannati allo stato di delinquenti» dalla legge che introduce il reato di immigrazione clandestina.
Quanti sono? Secondo Della Vedova 250-300 mila, sulla base esclusivamente delle richieste di nullaosta relative ai decreti flussi 2007-2008: appena il 10 per cento degli immigrati regolari italiani. Si tratta di lavoratori dei settori più disparati, «pizzaioli, mungitori, magazzinieri». E lo Stato avrebbe i suoi vantaggi: «Non vi è alcuna ragione economica, e nemmeno di ordine pubblico che sconsigli una misura che assicurerebbe risorse fiscali e contributive, e consentirebbe di concentrare l’attenzione sugli aspetti dell’immigrazione clandestina che destano allarme sociale». Ma Della Vedova non pensa a una sanatoria in due tempi. Vorrebbe che l’estensione agli altri lavoratori venisse approvata entro l’8 agosto, quando il primo testo andrà in vigore. Ipotesi ad oggi improbabile. Se si concretizzasse, fra i 500 mila irregolari delle famiglie e i 300 mila delle imprese, avremmo la più grande legalizzazione della storia italiana.

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